Nelle lezioni individuali le mani
dell’insegnante guidano direttamente la persona a scoprire ed esplorare
la propria struttura e il suo più intimo funzionamento.
Attraverso
questa comunicazione non verbale l’allievo impara nuovi modi di muoversi
e sentire.
L’ insegnante aiuta l’allievo a individuare quali sono i
suoi schemi di movimento abituali, per poi introdurne di nuovi.
Gradualmente si scopre di potersi muovere con molta più facilità e con
un’ampiezza di movimento inaspettata, si acquisisce più consapevolezza
di sé e della propria auto-immagine.
L’allievo si lascia andare al tocco
rispettoso dell’insegnante che in costante ascolto modula il suo lavoro
in base alle risposte sensoriali ricevute dall’allievo.
In questo tipo
di lezioni l’allievo è passivo e l’insegnante lo conduce gradualmente
nell’esplorazione di sé.
Ogni lezione sviluppa una particolare funzione
motoria essenziale alla vita quotidiana, camminare, correre, stare
seduti, voltarsi, nuotare, giocare a golf.
L’integrazione funzionale è
un dialogo non verbale tra allievo e insegnante, in cui attraverso
l’attenzione alle proprie sensazioni propriocettive e cinestesiche, si
impara il rispetto di sé, una migliore organizzazione funzionale e a
vivere in modo più comodo la quotidianità.
Il Metodo Feldenkrais® e
nello specifico l’Integrazione Funzionale®, non è un metodo curativo, ma
un mezzo per acquistare consapevolezza del proprio corpo.
Ciò
nonostante attraverso questo percorso dolori cronici e mal di schiena si
attutiscono e si ritrova la gioia di potersi muovere liberamente.
Da M. Feldenkrais, “Corpo e mente”, 1980:
Inizio
facendo distendere la persona sul dorso. Questa posizione è volta a
ridurre gran parte dell’influenza della gravità sul corpo, in modo da
liberare il sistema nervoso. La reazione del sistema nervoso alla forza
di gravità è un’abitudine e, in tali circostanze, non esiste alcun modo
per indurre i muscoli a rispondere in maniera diversa allo stesso
stimolo, che rappresenta il miglior mezzo per rieducare il corpo.
[...]
A
tempo debito insegno alle persone ricorrendo [fino a] trenta situazioni
corporee diverse, passando alla posizione seduta, alla stazione eretta,
al cammino e all’equilibrio su […] dei rulli.
Da M. Feldenkrais, L’ovvio elusivo:
L’Integrazione
Funzionale è essenzialmente non-verbale. Risulta efficace perché la
persona che vi ricorre avendo subito un danno [...] non è più in grado
di aiutarsi. La fiducia in se stessi è compromessa e la maggior parte
dei trattamenti producono tutt’al più miglioramenti superficiali.
(Nell’Integrazione Funzionale)… vengono coinvolte le sensazioni
cinestesiche più profonde formatesi nella prima infanzia. La persona si
ritrae da ciò che accade nel mondo esterno ed è completamente assorbita
dall’impegno di prestare ascolto ai propri cambiamenti interni. I
movimenti oculari più uniformi, la rotazione del capo, il cambiamento
della distribuzione della pressione sulle piante dei piedi, la riduzione
della tensione intercostale, il completamento degli schemi muscolari
antigravitazionali necessari per una chiara percezione della verticalità
nella stazione eretta non possono verificarsi in assenza di un completo
cambiamento del funzionamento neuronale della corteccia intenzionale o
motoria e di quella sensoriale.
Il tono muscolare diventa più
uniforme e si abbassa. Prevale una sensazione di benessere. La
respirazione diventa regolare, le guance più colorite. Gli occhi sono
più luminosi, più grandi, più umidi e brillano. Alle fine ci si strofina
gli occhi come al risveglio dopo un sonno ristoratore.
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